Archive for the 'amori' Category

F.U.O.R.I. ?

novembre 6, 2007

Rispondendo alle perplessità di Aurelio Mancuso, Marco Pannella ha proposto al congresso di Padova dei radicali lanciando l’idea della ricostituzione del F.U.O.R.I., fronte unitario degli omosessuali italiani, prima organizzazione non gay, ma di libertà sessuale in questo paese (la storia). Chissà cosa ne penserà Angelo Pezzana, che quell’organizzazione fondò.

Ho cercato qualche documento video del tempo e ho trovato questo spezzoncino di 8 minuti di una tribuna politica di Adele Faccio, che parla di tutta la sessualità umana e della necessità di liberarla. Mi pareva di star scavando un relitto, se lo confronto con l’aria di oggi. Ma poi ci ho ripensato, questo reperto, che parla della sessualità umana e non di omosessualità, ha la forza di una impostazione vincente che, contrapposta alla frammentazione dei movimenti gay parcheggiati nell’angolino della sinistra che li ha prima ghettizzati e poi resi nulli, dice molto.

Il video

Una buona parte di noi

ottobre 16, 2007

Exit, di Ilaria D’Amico, continua. Questa volta parla Don Felice (qui il video per intero).

Per don Felice omosessuali sono una buona parte dei preti e parla come ogni omosessuale sa e fa, come uno che nuota contro la corrente del mondo. Ricorda “un amore che è durato per tanti anni” e la possibilità di innamorarsi ancora.

“Di fronte alla scoperta di un prete omosessuale la Chiesa si spaventa. Pensa che il prete sia un pedofilo (…) ma questo è sbagliato. Poi copre, tace, insabbia, non vuole crescere”.

E insiste col voler essere prete: “In questo comunità ci sto anch’io”.

E’ un rivoluzionario, un ipocrita o uno che non vuole prendere la sua strada? Io penso quest’ultima, ma magari no…

(certo a giudicare da quello che scrive Petrus, questo manca poco che sia da bruciar vivo)

Bacio di mischia

settembre 24, 2007

Questa foto qui – ipotizzo – si rifà al filone rugby uguale sport della lealtà e dei sentimenti sani. Avendo conosciuto un filo l’ambiente sportivo, mi viene un po’ da ridere. E tuttavia, la foto è splendida: richiamando un bacio tra i più improbabili rivela il sogno omoerotico che c’è in quello sport i cui praticanti, a livello individuale, rifiuterebbero fieramente ogni accostamente con l’omosessualità, ma offrono il loro corpo nudo ai calendari e praticano uno sport in cui il desiderio dell’altro è sublimato nella “leale” forza bruta.

Più candida, onesta e bella metafora dell’omofobia non conosco.

Giustizie

settembre 6, 2007

– sei arrabbiato perché sta bene con un altro?

– no

– non ti credo

– non sono arrabbiato perché con gli anni mi sono reso conto che si fa del male alle persone, pur amandole sinceramente, per esempio imponendo loro condizioni pazzesche per la relazione che si dà

– tipo?

– essere il terzo per cinque  anni, ad esempio

– ed è pazzesco?

– è da far impazzire. Perché essere terzi, luogo del margine, persona del tempo rubato, depositario di una trasgressione unilaterale, fa letteralmente impazzire.

– e questo giustifica il male che ti è stato fatto?

– no, lo bilancia, e mi evita l’errore di sentirmi vittima

E se avessero ragione quelli di Vicenza?

agosto 30, 2007

Insomma a Vicenza vogliono mettere un muro vicino all’area di sosta dove si batte ma soprattutto si consuma all’aria aperta e di giorno.

E io non riesco a trovare una sola obiezione a questa scelta, e trovo abbastanza pazzesco che il movimento gay non dica che certi comportamenti ci danneggiano.

I Tri-amori di Marco

aprile 12, 2007

Un grandissimo Marco Pannella sul Messaggero di oggi:

“Chi sono i suoi amici?” gli chiede il giornalista.
E lui: “A diciassette anni amavo un uomo di settantotto, un ragazzo e una ragazza
coetanei”

Coming out sull’altare

marzo 24, 2007

Quest’uomo e’ un eroe. Dico sul serio. Ci sono piccoli gesti, piccoli grandi gesti, che fanno il cambiamento. Anche se nell’immediato ci rimettera’   le penne.

La pietà e le lacrime di Saturno Contro

marzo 2, 2007

Sì, si piange. Sì, è un bel film. Sì, si potrebbe fare un bel discorso sulla struttura narrativa: che è molto simile a quella delle “Fate Ignoranti”, perché ancora una volta ha messo al centro del film una morte, che è come una cannonata narrativa. a quel punto tutto discende come in un teorema: il dolore, la vedovanza gay, l’esposizione dei sentimenti feriti.

Poi per uno come me è un film difficile: c’è anche un padre che deve sopportare la morte di un figlio. Sono padre, e su questo lato l’idea della morte del figlio è il pensiero non pensabile per eccellenza.

Ma poi uno si fa una domanda influenzata dal presente:

questa umanità che vive in clan, dove il dolore individuale è assistito con amore dagli amici, che si vuole bene e che vive di sentimenti umani e onesti proprio e anche perchè gay, non è una domanda muta di DiCo,  di Pacs e di diritti? Come se dicessimo al “resto del mondo”: vedete, siamo buoni, migliori, vogliamo esistere per ciò che siamo perché esistiamo nella nostra bontà.

Una bella e buona domanda. Da farsi. Ma poi io mi chiedo: perché? Se uno è scemo, arrogante e figlo di puttana, ma gay, non è forse ugualmente “meritevole” portatore di un diritto?

Non è che abbiamo bisogno di dire ai cattolici che ci siamo guadagnati il cielo del diritto con la sofferenza? Insomma, raccontare così ì sentimenti e il dolore, è “debole”. Fa appello alla pietà empatica. Il diritto viene dall’esistere, non dal soffrire.

Sbaglierò, eh

Col tempo

febbraio 19, 2007

Ci pensi ancora? mi chiede

Ci penso ancora. Gli parlo di questo dolore che torna come un arto amputato, una cicatrice di guerra.

Lui, illuminista, si irrita.

Gli parlo di questo sogno del cane anziano dei miei figli. Che vedo in fin di vita, e dopo il cane tanti fili di un pullover non finito che si srotolano via dalla loro trama e tornano ad essere prima soli fili, e poi scompaiono, e con loro se ne vanno i figli, i loro affetti e la loro presenza, che si dissolve con il diventare adulti.

Mi cita una canzone, che compro su iTunes, un testo sacro dei miei tempi andati

Mentre scarico, parliamo del potere delle lacrime, di lucidare i ricordi, ma anche di tagliarli come un bisturi, come i fili che si srotolano, come un bistur che toglie una malattia, come un ricordo antico e marcio.

Poi ascolto: avec les temps, on oublie les visage (…), avec les temps tout s’èvanouit. alors vraiment avec les temps on n’aime plus… (Leo Ferré, Avec Les Temps)

Ma io non voglio questo destino. Lo vogiio?

(il testo integrale della canzone)

La loro paura

febbraio 15, 2007

E adesso che l’onorevole Carfagna ci dà del costituzionalmente sterili e che Luxuria le dà della sfasciafamiglia abbiamo trovato nella lite da cortile la nostra dimensione ideale.

Ma nessuno tra i nostri colti avversari ha il coraggio di dire una cosa elementare. Che se un impegno più leggero e meno riconosciuto, come un patto Di.co, rappresenta un rischio per l’istituzione matrimoniale, ciò significa che si ammette, in modo implicito ma chiaro, che la gente non aspetta altro che un’alternativa valida per fuggire da quella istituzione. La gente in generale, non i gay. Questa campagna è la confessione di una debolezza e di una grande paura. Si sanno fragili, e gridano all’apocalisse.