Posts Tagged ‘Cantelmi’

Il prof Cantelmi spiega, qualche dubbio resta…

dicembre 30, 2007

GayNews riporta le dichiarazioni del professor Tonino Cantelmi, al centro dell’inchiesta di Daniele Varì, rilasciate all’agenzia DIRE. Eccole qui sotto. Vale la pena leggerle: dicono che non c’è alcun tentativo di “riparazione” del paziente omosessuale e propongono qualche slittamento di senso non male: per esempio il giovane paziente e il terapeuta (anzi la struttura) vengono rappresentati come liberi contraenti di un contratto terapeutico (libero il giovane di accettare la proposta terapeutica) Mmhhhh… Ho qualche perplessità sul fatto che la scelta sia così libera: non ci credo nemmeno per le situazioni in cui il terapeuta te lo vai a cercare te, da solo, con i tuoi soldi, perché comunque sei sopraffatto dalla risonanza tra l’autorità terapeutica e il tuo consenso, anche solo inespresso. Figuriamoci quello che succede con mammà, papà, i tanti dottori e magari il confessore a farti pressing su te che hai 16 anni. Permetta questo dubbio, il professor Cantelmi, e una domanda. Non si capisce bene perché lo psichiatra non cerchi di spiegarsi meglio, in altre sedi di comunicazione, invece di annunciare querela per Varì e Liberazione. Perché avere tanto timore di discutere in pubblico ciò che si fa? Invece di invitare Mancuso nella sua struttura per una settimana, ci vada a parlare in tv. Magari giocando in casa, che so, da Giuliano Ferrara e magari in presenza di uno specialista suo collega ma di orientamento diverso? Ma ecco il testo…
Nessuno pretende di ‘curare’ i giovani gay: offriamo quello che viene offerto da tutti gli psichiatri e psicologi rispettando il codice deontologico e i valori del paziente”. Leggi il seguito di questo post »

L’omofobia misericordiosa è un’offerta: ponetevi il problema della domanda

dicembre 28, 2007

Davide Varì rilancia su Liberazione e racconta la storia di “Emily Rose” che fu narrata qui più di un anno fa. Grazie a Davide per la citazione, ho avvertito anche l’interessato, che non segue questo blog.

Ma il D day della situazione è stato ieri, in cui – faccio ammenda, ma soprattutto a Natale non è che legga tutti i giornali – c’è stata l’intervista di Walter Veltroni alla Stampa, in cui almeno è stata definita sbagliata la posizione della Binetti che giudica l’omosessualità una malattia. Veltroni la definisce una “condizione”. Siam messi così, che ci rallegriamo per meno del minimo, e forse del “poco sbagliato” (la “condizione” è una cagata commiseratoria: sono un essere umano e attraverso identità di genere, che assumono anche profili giuridici). Mentre su L’Unità, Anna Paola Concia, dice “che è la società che fa ammalare”.

Sempre su Liberazione, ieri, (i pezzi li trovate ancora nell’edizione in pdf, semmai in archivio) c’era poi una lettera del dottor Cantelmi, il medico che Davide definisce riparatore e un’opinione dell’ordine degli psicologi del Lazio che assicura un intervento “ordinistico”, appunto, “perché la teoria riparativa non esiste”. Non sperateci che qualcuno la smetta. La way out è lì bella e pronta, e sarebbe ingenuo non vederla: non ripariamo nulla, aiutiamo famiglie e individui che si sentono in difficoltà.

Quanti omosessuali e famiglie conoscete che se la vivono male, malissimo? Io molti/e. E’ in questo starci male che si annida l’omofobia misericordiosa dei cattolici ed è perfettamente inutile chiedere provvedimenti laddove c’è la domanda che stimola l’offerta. Se la cultura gay non si identificasse con una tessera per i locali, forse avremmo qualche antenna in più per capire e intervenire, “sulla società che fa ammalare” (Concia).

AGGIORNAMENTO ORE 23,30

Su La Stampa di oggi la senatrice Binetti ha rifiutato il “diktat di Veltroni” e da “neuropsichiatra” ripete che lei – e pare molti altri – continuano a considerare l’omosessualità una devianza. E il punto è che dice la verità: su questa pratica ai limiti della legalità la ministra Turco non ha niente da dire?