(…) Siamo così giunti al paradosso che ciò che si diceva contronatura è naturale, e ciò che si
diceva naturale è contronatura. Ricordo che De Marsico (collaboratore del Codice Rocco)
in una brillante arringa in difesa di un mio film, ha dato del “porco” a Braibanti, dichiarando
inammissibile il rapporto omosessuale in quanto inutile alla sopravvivenza della specie:
ora, egli, per essere coerente, dovrebbe, in realtà, affermare il contrario: sarebbe il rapporto
eterosessuale a configurarsi come un pericolo per la specie, mentre quello omosessuale
ne rappresenta una sicurezza. In conclusione: prima dell’universo del parto e dell’aborto
c’è l’universo del coito: ed è l’universo del coito a formare e condizionare l’universo
del parto e dell’aborto. Chi si occupa, politicamente, dell’universo del parto e dell’aborto
non può non considerare come ontologico l’universo del coito -– e non metterlo dunque in
discussione – se non a patto di essere qualunquistico e meschinamente realistico. Ho già abbozzato
come si configura, oggi, in Italia, l’universo del coito, ma voglio, per concludere riassumerlo (…)
Tale universo include una maggioranza totalmente passiva, e nel tempo stesso violenta,
che considera intoccabili tutte le sue istituzioni, scritte e non scritte. Il suo fondo è tuttora
clerico-fascista con tutti gli annessi luoghi comuni. L’idea dell’assoluto privilegio della
normalità è tanto naturale quanto volgare e addirittura criminale. Tutto vi è precostituito e
conformistico, e si configura come un “diritto”: anche ciò che si oppone a tale “diritto” (compresa
la tragicTale universo include una maggioranza totalmente passiva, e nel tempo stesso violenta,
che considera intoccabili tutte le sue istituzioni, scritte e non scritte. Il suo fondo è tuttora
clerico-fascista con tutti gli annessi luoghi comuni. (…)
Sono parole di Pier Paolo Pasolini, scritte il 19 gennaio 1975, e riportate per intero dal Foglio di ieri. Ferrara le mette là perchè Pasolini colpisce duro sull’universo dei diritti, dal quale Ferrara stesso vuole l’uscita dell’aborto. Universo dei diritti che lui – cattolico e comunista in radice, Pasolini dico, – non concepiva.
Però coglieva, guarda un po’, l’elemento opportunistico, utilitaristico – non concorre alla sovrappopolazione mondiale – di legittimazione dell’omosessualità. Un passo oltre, e sarebbe stata possibile la descrizione di un diritto: ma si scrive diritto dove non c’è più colpa in chi lo scrive, ma responsabilità, e desiderio di ridurre il male e il disordine. Ferrara vuole riportarci tutti a quel tempo aurorale in cui, non essendo più notte, non è nemmeno ancora giorno, in cui scriveva e pensava Pasolini, e nel quale morì quell’anno stesso.
Per uno che viene dal Buio a Mezzogiorno va bene, per un mondo che ha provato a balbettare diritti di esistenza no.