Io mica ci avevo fatto caso che era un locale di lesbiche. L’ha notato M, che fa compagnia alla mia solitudine da qualche mese. E’ stato lui a dirlo all’amica cattolica. Che si è un po’ fibrillata: “Però non si vede da niente, da che ve ne siete accorti? Hanno un segno di riconoscimento?”.
Io le voglio bene, alla mia amica che si sente a disagio nella chiesa di Ratzinger e che vota a sinistra, ma con le persone che amo non mi tengo: “Dalla caduta del terzo reich in poi, in genere gli omosessuali non hanno segni di riconoscimento”.
Acidissima, e inesatta. Il mondo gay è pieno di segni, se non ci fossero quelli, non esisteremmo. Il Pride è un solo immenso segno e questo dà fastidio ai nostri avversari.
E anche R. che è stato undici anni con me e che ora va a “sposarsi” da qualche parte nel mondo, è un segno che cerca. Non ha vissuto che per questo, e come se andasse all’estero a fare fecondazione assistita del segno (avremo presto un turismo matrimoniale dei gay italiani, come succede per le coppie che cercano la fecondazione?).
Bisognerà in silenzio augurargli un figlio maschio e tanta felicità. Anche se lui non crederà mai che sono sincero – il desiderio di felicità per l’altro convive con il dolore per ciò che è stato, come Napoli con la spazzatura.
giugno 26, 2007 a +01:0020074030+01:0026: am30 martedì,giugno,26,07
W i locali lesbo!