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Perché non c’eravamo

dicembre 8, 2007

Voglio dare atto a Ivan Scalfarotto di aver alzato il tiro, la voce o quel che volete sulla questione omofobia. Lo ha fatto, e meno male che qualcuno parla, nel Pd.

Altra questione poi è la richiesta di misure disciplinari (di partito, di maggioranza, non so) a carico della Binetti. Qui sono più perplesso,non per questioni di Pd di cui nulla so, ma perché quella norma approvata è sbagliata, è da stato etico. Ci costringe a scimmiottare l’oppressore creando un bigottismo clone di quello clericale, punendo l’espressione di un pensiero ostile (E oltretutto non coglie il punto politico della vicenda).

Ma guardatela, questa situazione, sotto la lente denominata “assenza del punto di vista omosessuale”. C’è una politica di destra, piatta sull’appoggio dell’offensiva vaticana, alcuni di loro, potendo, ce le suonerebbero di santa ragione, fisicamente. E quando può quella cultura colpisce con le sentenze, come nel caso della mamma di Palermo, che aveva perso il figlio perché “lesbica” e ora riabilitata.

E guardate questo centro sinistra, un po’ cattolico, un po’ conservatore, un po’ velleitario e comunista che crede sia giusto mettere oggi per l’insulto ai froci le pene che ieri si davano ai “nemici del popolo”.

Io credo che per questo abbiamo perso – perché l’abbiamo persa e i Cus sono solo una riserva indiana che non ci sarà concessa – la battaglia dei diritti, che non sono soltanto l’unione civile e la pensione. Abbiamo perso perché non c’eravamo, perché per noi parlavano gli altri. E quando abbiamo parlato, lo abbiamo fatto con le parole degli altri (della politica, della fede, dei partiti).

E’ reato dire “frocio”?

dicembre 7, 2007

Non ci si capisce molto, ma in sintesi, mi pare che la questione è che nel provvedimento sulla sicurezza approvato ieri sera, giovedì 6,  con maggioranza molto stretta c’è la reintroduzione della norma contro le discriminazioni di ogni genere, anche di orientamento sessuale.

L’unico resoconto lo trovo qui. Ieri è stata giornata di lobbying pesante per le gerarchie vaticane. Ma non ho ancora letto i giornali di oggi. Quindi eventuali aggiornamenti stasera, quando le avremo più chiare, le idee.

Intanto emerge il tema (il Foglio, in linea dalle 12, pezzo di Cerasa) che  proibire comportamenti che si esprimono con le parole equivalga a reintrodurre il reato di opinione (“è reato scrivere la parola frocio”?). Il ragionamento regge. Ma non è per una preoccupazione liberale che da piazza san Pietro si oppongono a quell’articolo di legge: hanno paura che dalla protezione “a parole” dei gay si passi a quella “nella norma”, e una discussione serena del parlamento su questo tema è materialmente impossibile.